Lampedusa, sbarchi senza fine.
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Lampedusa, sbarchi senza fine.

A seguito delle recenti rivolte che hanno toccato gran parte degli Stati africani che si affacciano sul Mediterraneo e della crisi libica continuano gli sbarchi di migranti e di profughi sull’isola di Lampedusa. La situazione tuttavia è sempre più drammatica dato il numero sempre maggiore di immigrati presenti nel comune siciliano.

Mentre infatti la nave San Marco della Marina Militare trasferirà 600 tunisini, in gran parte uomini, nella villaggio militare di Mineo (dove in realtà dovevano essere trasferiti solo rifugiati politici, del tutto assenti tra le persone trasferite) altri barconi stracarichi di disperati continuano riversarsi sull’isola.

Nella quale proliferano ora campi di fortuna nelle campagne vicino al porto e all’aeroporto mentre le condizioni del centro di accoglienza peggiorano di ora in ora. L’intera isola insomma è sempre più sporca con tutto quello che ne può derivare per la salute dei profughi e dei suoi residenti. La situazione dal punto di vista igienico - sanitario, come denunciato dallo stesso presidente della Regione Raffaele Lombardo e da altre autorità, è a rischio.

L’isola sulla quale si trovano ora almeno 6.000 migranti (quando i residenti sono poco meno di  5.000) poi rischia di subire pesante ricadute sia sotto il punto di vista economico/turistico sia sotto quello della sua capacità idrica.

Emergenze che si potrebbero ben presto associare a quello igienica, creando così un mix di rabbia, frustrazione e disperazione a dir poco esplosivo.

Un mix esplosivo causato in larga parte dalla chiara incapacità italiana di gestire la situazione (la maggior parte delle persone giunte a Pantelleria da gennaio, oltre 14.000 su 15.160, è di nazionalità tunisina e non libica). L’Italia infatti è incapace di gestire persino il normale flusso migratorio(figuriamoci uno di carattere eccezionale) e neanche dopo le recenti rivolte arabe ha predisposto un piano capace di distribuire i migranti sull’intero territorio nazionale e assicurare loro un’accoglienza dignitosa.

Ed ora vista la crisi libica la situazione rischia solamente di peggiorare.