E’ quasi ora di incominciare a scaldare i motori. Saltato l’appuntamento in Bahrein per via della rivolta che agita il Paese, saranno ancora i semafori del circuito australiano di Melbourne, domenica, a dare il via al campionato 2011.
Come succede da un paio d’anni a questa parte si parte con tanti interrogativi.
Il copione è sempre lo stesso: la Federazione cerca lo spettacolo a tutti i costi ma lo fa in modo convulso, seminando dubbi tra tifosi, piloti e addetti ai lavori.
Il Calendario
13/03 Bahrain
27/03 Australia
10/04 Malaysia
17/04 China*
08/05 Turkey
22/05 Spain
29/05 Monaco
12/06 Canada
26/06 Europe
10/07 Great Britain
24/07 Germany
31/07 Hungary
28/08 Belgium
11/09 Italy
25/09 Singapore
09/10 Japan
16/10 Korea
30/10 India*
13/11 Abu Dhabi
27/11 Brazil
Questo era il calendario ufficiale annunciato dalla Federazione.
Come sapete il Gp del Bahrain è stato cancellato in fretta e furia per via della situazione politica del Paese; potrebbe essere recuperato a fine stagione, ma anche questa ipotesi sembra vicina al tramonto. Anche India e Cina non sono ancora sicure di poter ospitare una gara il prossimo anno. La Fia ha reso noto che entrambi i circuiti dovranno superare le prove di omologazione per essere approvati.
Nel caso dell’India, il tracciato che dovrebbe sorgere presso Nuova Dheli per ospitare il primo gran premio nazionale non è ancora pronto e la Federazione non vuole assolutamente riavere i disagi vissuti quest’anno con la Corea. Gli indiani saranno sottoposti a forte pressione affinché riescano a completare il circuito nei tempi previsti.
Diversa la situazione di Shangai. il circuito cinese ospita la Formula Uno da sette anni ma necessita di aggiornamenti senza i quali la Fia non è disposta a rinnovare la licenza. Sotto accusa ci sarebbero il sistema di drenaggio dell’acqua e la superficie della pista.
Anche il Gp del Giappone non è più tanto sicuro vista la disgrazia che ha colpito il Paese.
Le novità
Nel menù di quest’anno troviamo la reintroduzione del famoso (o famigerato) Kers, la comparsa di un misterioso alettone posteriore mobile e l’arrivo di Pirelli che prende il posto di Bridgestone come fornitore unico dei pneumatici fino al 2013.
Il primo problema sono proprio le gomme. Non per l’arrivo del marchio italiano, ci mancherebbe, ma per le nuove caratteristiche che il cambio porta con sé. L’ordine è quello di fornire pneumatici a rapido degrado (ma fino a qualche anno fa non si parlava di riduzione dei costi?) per obbligare i piloti ad un maggior numero di soste (si parla di tre o quattro pit-stop per gara) e rendere, così, più interessante la competizione. Sei tipi di gomme (con mescole contraddistinte da diversi colori, che vanno dalle super-soft alle hard, da quelle da bagnato alle intermedie).
I Favoriti
Sicuramente Vettel e la Red Bull partono da favoriti. E non soltanto perché partono con lo scettro in mano ma anche perché le nuove gomme prediligono un tipo di guida più “pulito”, come quello di Vettel, appunto, ma anche di Massa e Heidfeld. Dovrebbero avere più difficoltà piloti più aggressivi come Hamilton e Alonso che dovranno rinunciare al loro modo violento di mandare i battistrada in esercizio. Pena un pit-stop anticipato.
Oltre alla Red Bull, che fa paura per il ritmo che ha dimostrato nei test in condizione gara, volano la Williams (senza Kers…) e anche la Renault; la Ferrari controlla bene, avendo sicuramente un potenziale superiore.
Cresce la Mercedes mentre continuano a lasciare perplessi gli “esperimenti” della McLaren, che fra un cambio di scarico e l’altro ha lasciato Button senza un assetto decente.