Rango
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Rango

Deserto del Mojave, un eroe senza nome.

Polvere, cactus e pistole

Non si tratta di un film apocrifo di Sergio Leone, ma dell’ultima fatica del inaspettato duo Verbinski-IL&M (alias Industrial Light and Magic).

Per la cronaca, il primo – che di nome fa Gore – è il registra della trilogia di Pirati dei Caraibi, la seconda è la – pluridecorata – compagnia di effetti speciali fondata da George Lucas, per la prima volta impegnata in un film d’animazione.

Se la location del film ricalca ambienti ed atmosfere tipiche delle pellicole di Leone a Ford, i personaggi sembrano presi dalla migliore tradizione Disney, a cominciare dal protagonista, Rango, un allampanato camaleonte un po’ schizofrenico e col pallino per la recitazione.

La sua avventura comincia in un terrario su una macchina che attraversa il Mojave(California). Rango si chiede quale sia la propria avventura e soprattutto quale ruolo deve interpretare.

Un provvidenziale scossone fa sobbalzare il terrario, che impatta sul riarso asfalto, andando in mille pezzi.

Da questo momento inizia una pazza avventura a metà tra il reale e l’onirico – firma d’autore di Verbinski – che porterà il povero ed assetato camaleonte alla cittadina di Dust – letteralmente: “polvere” –, diventandone lo sceriffo.

Contro qualsiasi pronostico, Rango dovrà guidare un’eterogenea squadra di soccorso per salvare dalla siccità incombente sui cittadini, trovando così la propria strada.

Capitan Jack Rango

Alla sua prima prova d’animazione, Verbinski va sul sicuro, ritornando a lavorare con una cara vecchia conoscenza: benché sia rivestito da squame multicolori, Rango lascia trasparire la strampalata e dirompente personalità di Johnny – Captain Sparrow – Depp, che ne doppia la versione originale, portando al personaggio tutto il non-sense, l’antieroismo e l’eccentricità dell’amato pirata.

Il resto lo fanno le magnifiche ambientazioni, la coinvolgente – e mai scontata – colonna sonora, insieme ad un buon assortimento di personaggi di contorno a metà tra la macchietta cartonata e il vissuto caratterista.

Concludendo, un’ottima prova d’autore sia da parte di Verbinski che per la IL&M nel confezionare un film d’animazione che piacerà a tutta la famiglia, dai bambini affamati di eroi alla Toy Story, ai più grandi che non potranno non amare i continui riferimenti – Clint in primis– ai grandi classici western.