X-men: First Class
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X-men: First Class

Con First Class tornano il Professor X, Magneto e una folta compagine mutante dell’universo Marvel, in quella che ha tutto il potenziale per essere la nuova trilogia dei “figli dell’atomo” .

La mutazione, base dell’evoluzione

Storia del decennio passato: cavalcando il crescente interesse del pubblico per i suoi “super-eroi con super-problemi” la Marvel ha prodotto la sua prima trilogia, incentrata sugli X-Men e sulle storie del professor X, genetista ed insegnante dell’omonimo Xavier Istitute, dove giovani dotati di poteri mutanti possono trovare un riparo, un luogo di apprendimento ed aggregazione.

La trilogia “classica” – se non l’avete ancora vista, rimediate subito! – oltre alle epiche battaglie combattute a suon di super-poteri tra “buoni e cattivi”, aveva come sfondo il rapporto tra la libertà dei mutanti, il loro status nella società e le pressioni del governo nel gestire questa pericolosa quanto preziosa risorsa.

Con un cast di tutto rispetto i primi tre film hanno fatto da apripista a tanti altri Marvel-movies che seguirono, fino ad arrivare ad oggi.

First Class

La storia raccontata da Mattew Vaughn –già apprezzato registra di Stardust e Kick-Ass – prende piede esattamente dove iniziava la storia della trilogia classica: Polonia, il campo di concentramento nazista dove per la prima volta si manifesta l’immenso – ma ancora immaturo – potere di Magneto. Nel lager il giovane mutante farà la nefasta conoscenza del dottor Schmidt, genetista del reich che scopre, uccidendo la madre del ragazzo, che la rabbia è l’emozione scatenante i poteri di Magneto.

Intanto nella pacifica Inghilterra vediamo un giovanissimo professor Xavier prendere sotto la propria protezione la piccola Raven, mutaforma dalla pelle blu che crescerà insieme a lui.

Passano due decadi, sono gli anni ‘60, piena guerra fredda.

Magneto, cresciuto nell’odio per i suoi aguzzini, caccia i nazisti che sterminarono la sua famiglia, seguendo le tracce del malefico e inafferrabile dottor Schmidt. Dal canto suo il pacifico Xavier discute la sua tesi in genetica, sulla mutazione e l’evoluzione dell’uomo e portando avanti la sua idea di una comunità mutante che raggruppi persone speciali come lui.

Le vite dei giovani uomini s’intrecceranno quando l’agente della CIA Moira McTaggert scoprirà le losche trame ordite dal “re nero” del Club Infernale: Sebastian Shaw– interpretato dall’ottimo Kevin Bacon.

Mutante dall’incredibile potere di assorbire e redirezionare l’energia, Shaw, grazie alla sua squadra di mutanti composta dall’ingannevole telepate Emma Frost (già “scorta” in Wolverine: le origini) e due new entry come il teleporta Azazel e Riptide, tira le fila di un gioco al massacro volto a mettere l’una contro l’altra le due superpotenze – USA e URSS – e scatenare una guerra atomica che incrementerà la nascita di nuovi mutanti – i “figli dell’atomo”, si diceva nell’incipit – ma che distruggerà il mondo.

Per fermarlo la CIA chiede l’aiuto al professor X che, insieme all’amico Magneto, recluterà una squadra – la “First Class” del titolo – di mutanti da addestrare e mettere al servizio del bene.

Da grandi saghe derivano grandi responsabilità

Non c’è che dire, il lavoro portato a termine da Vaughn è eccellente, centellinando riferimenti alla vecchia trilogia e mescolando gli elementi forniti dall’infinito universo Marvel, è riuscito ad imbastire una storia appassionante e coinvolgente, dosando con maestria azione, ironia e dramma – con qualche leggera sbavatura su quest’ultimo.

Sarà il setting alla James Bond d’annata, sarà l’opportunità di vedere gli eroi della trilogia precedente alle prime armi coi propri poteri, sarà l’uso sapiente di effetti speciali di prim’ordine, ma questo “First Class” è riuscito a strapparmi più di un “che figata” e per un appassionato Marvel di vecchia data come me è un risultato più che buono.

Ottima la prova di attori come McAvoy, nel ruolo del giovane Professor X e del travagliato Magneto di Michael – Inglorius Bastards – Fassbender. Bravissimo anche Kevin Bacon che, pur stravolgendo completamente la fisionomia di un “cattivo” come Sebastian Shaw, è riuscito a conservarne tutto il nervosismo e la bramosia di potere.

Concludendo: pollici alzati per la nuova pellicola degli X-uomini, aspettando di vedere nelle sale il meritato seguito.