La maggioranza non c’è. Per il momento solo per un pomeriggio, per i prossimi giorni chissà.
Certo è che oggi pomeriggio nell’aula di Montecitorio è andata in scena una votazione senza precedenti e dagli esiti imprevedibili. A cadere, con 290 voti a favore e 290 contrari (per l’approvazione ne erano necessari 291), l’articolo 1 del rendiconto dello Stato 2010.
Ironia della sorte la votazione si è conclusa pochi minuti dopo l’ingresso in aula di Silvio Berlusconi. Quest’ultimo, appena si è reso della sconfitta, ha lasciato l’aula di Montecitorio visibilmente contrariato. Dai banchi delle opposizioni invece applausi e il grido “Dimissioni, dimissioni”.
Determinanti per l’esito negativo della votazione i vuoti apertisi nella maggioranza, ben 19 i deputati assenti tra le file del Pdl. Non hanno partecipato alla votazione parlamentari come Claudio Scajola, Giulio Tremonti e Umberto Bossi, rimasto a parlare con i cronisti.
Ora, dopo un simile tonfo, dai banchi della maggioranza si ipotizza anche la richiesta da parte del premier della fiducia al Parlamento anche se prevale la tendenza a minimizzare l’accaduto e a confermare in ogni caso la solidità del Governo.
L’idea ora è quella di presentare comunque alla Camera un nuovo provvedimento con il rendiconto e su quello chiedere la fiducia, previa intesa con il capo dello Stato.
Ma al di là della tenuta o meno della maggioranza la votazione ha già prodotto un effetto immediato, quello di rinviare l’esame del testo del tanto contestato disegno di legge sulle intercettazioni.