Dovremo aspettare la prossima settimana per sapere nel dettaglio il piano Monti per rilanciare e salvare l’Italia.
Tuttavia sono già chiari quelli che saranno i punti centrali del suo programma.
Riforma delle pensioni.
La grande riforma al centro di tutti i programmi di governo degli ultimi ventanni, ma che nessun esecutivo ha ancora avuto il coraggio di affrontare.
Ecco la ricetta Monti in materia previdenziale:
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Adozione del metodo contributivo, nella forma pro rata, per tutte le pensioni;
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Superamento dei pensionamenti di anzianità magari con l’adozione di un sistema flessibile di uscite (forse con una forbice 62-67 o 70 anni ancorata a un meccanismo di incentivi-disincentivi;
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Eliminazione delle aree di privilegio, come quelle riservate ai fondi speciali;
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Riorganizzazione degli enti previdenziali con la nascita del super-Inps.
Riforma Fiscale
Con l’aumento del prelievo sui consumi e sui patrimoni si potrà ridurre la pressione fiscale su lavoratori e imprese.
In sintesi: aumento dell’Iva e delle accise; introduzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze accumulate; il ritorno dell’Ici sulla prima casa, con una rivisitazione dei valori catastali per adeguare l’imponibile degli immobili a fronte di minori trattente negli stipendi.
Infrastrutture, incentivare i capitali privati
Per il rilancio delle infrastrutture, obiettivo prioritario che resta nel passaggio da un Governo all’altro, Mario Monti e il ministro Corrado Passera ripartiranno là dove hanno chiuso Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti: incentivare i capitali privati a intervenire nel finanziamento delle opere grandi e piccole.
Professioni, riordino attuando la legge di stabilità
La legge di Stabilità appena approvata ha formalmente eliminato ogni riferimento all’uso dei tariffari come «parametri di riferimento» per la pattuizione del compenso tra professionista e cliente. In pratica, la determinazione dovrà essere svincolata da qualunque tariffario minimo.