Recensione di Venuto al Mondo da cui è tratto il film di Sergio Castellitto e Penelope Cruz.
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Recensione di Venuto al Mondo da cui è tratto il film di Sergio Castellitto e Penelope Cruz.

Uscirà il prossimo autunno nelle sale cinematografiche il nuovo film di Castellitto con Penelope Cruz tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini (nonchè moglie del regista) ” Venuto al Mondo “.

In attesa di vedere se la coppiata Castellitto-Cruz bisserà il successo di Non ti muovere, ho letto il best seller di Margaret Mazzantini (vincitore del Campiello 2009) che entra di diritto tra i libri più belli che abbia mai letto.

Trama

Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro il figlio Pietro di sedici anni. Destinazione la Sarajevo post bellica, in una sorta di percorso a ritroso del suo passato.

In Bosnia ha vissuto i periodi più intensi del suo amore, della sua amicizia con il poeta Gojko, della sua ricerca disperata per diventare madre e ha conosciuto la crudeltà della guerra.

Terminare la lettura del libro non sentirsi spiazzati è davvero difficile.

La Mazzantini racconta la guerra quasi con freddezza, con l’indifferenza e la superficialità di chi, a pochi chilometri di distanza, diviso solo da una striscia di mare, ha concesso che un simile massacro potesse accadere. Altro tema, che apre e chiude l’opera, è il desiderio di maternità, l’affermazione che essere madre è amare un bambino va oltre tutto, oltre la razionalità, oltre che la moralità.

Il romanzo non procede in modo lineare a raccontare il passato, anzi la narrazione di ciò che è accaduto, si intreccia con Gemma e Pietro oggi, con questo ragazzotto che ascolta Vasco, gioca a tennis, pensa ad uscire con gli amici ma che dentro di sè porta le più grandi contraddizioni della guerra e dell’esistenza stessa della vita.