“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l’umanità”. La frase storica, entrata da ormai 40anni nell’immaginario collettivo, venne pronunciata il 20 luglio 1969 da Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna.
Dopo aver subito lo scorso 7 agosto un intervento chirurgico di quadruplo bypass coronarico, l’americano è morto ieri all’età di 82 anni (compiti appena due giorni prima l’operazione).
Armstrong nacque il 5 agosto 1930 in Ohio e appena a 6 anni, durante una fiera paesana, compì il suo primo volo su un piccolo velivolo. Combatté durante la guerra di Corea terminando il conflitto con 72 missioni e nel 1962 fu sezionato come astronauta.
Dopo essere sfuggito miracolosamente alla morte in un incidente, nel luglio del 1969, Armstrong comandò la missione di allunaggio dell’Apollo 11.
Dopo essere tornato a terra e accolto come un eroe, l’astronauta di fatto sparì dalla vita pubblica dopo aver coronato il programma spaziale Usa lanciato da John F. Kennedy. L’americano lasciò la Nasa e andò a insegnare ingegneria all’Università di Cincinnati e fece parte di vari consigli di amministrazione di aziende aerospaziali.
L’ex astronauta ricomparve in pubblico per il 30esimo e 40esimo anniversario dell’impresa dell’Apollo e in quest’ultima occasione venne ricevuto dal presidente Barack Obama assieme ai suo compagni di viaggio Michael Collins e Buzz Aldrin.