La tregua tra Israele e i palestinesi di Gaza si avvicina. Secondo la tv satellitare Al Jazeera, il cessate il fuoco sarà annunciato questa sera al Cairo con l’impegno di entrambi le parti a cessare tutte le operazioni militari, compresi gli omicidi mirati e il lancio di razzi.
L’indiscrezione è rilanciata da altri mezzi di informazione israeliani, dal quotidiano Haaretz secondo cui la tregua sarà siglata questa sera al Cairo, in presenza del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon alla televisione commerciale Canale 2 secondo cui la Jihad islamica ha annunciato l’entrata in vigore di un cessate il fuoco a Gaza alle ore 20 locali, le 19 in Italia.
La tregua premierebbe il lavoro svolto in questi giorni dalla diplomazia internazionale, subito all’opera dopo i primi scontri. Nell’attesa che le armi tacciono, non si placano le violenze mentre il bilancio delle vittime continua a salire.
Oggi almeno altri cinque abitanti della striscia sono rimasti vittime dei raid israeliani mentre Hamas ha preso di mira il sud di Israele. Il bilancio, pesantissimo, parla di oltre cento morti tra le file palestinesi.
Due razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano mentre altri hanno colpito la città di Beersheeba. A Gerusalemme sono risuonate le sirene dell’allarme aereo, un colpo di mortaio sparato da Gaza ha centrato invece un kibbutz israeliano vicino alla Striscia, riducendo in fin di vita un uomo. Più fortunati i passeggeri di un autobus, fuggiti dal mezzo pochi minuti prima che questo venisse colpito.
Tutto da decifrare, vista la tregua imminente, il lancio di volantini e l’invio di sms da parte dell’esercito israeliano alla popolazione della zona sud di Gaza City con l’invito di evacuare l’area dove sono già in corso raid aerei.
Ancora più difficile dare un senso a questi sei giorni di scontri e bombardamenti, iniziati quando un raid israeliano ha ucciso il più alto comandante militare di Hamas, Ahmed Jaabari, mentre viaggiava a bordo di un’automobile nella città di Gaza. L’operazione militare “Pillar of Defense” è iniziata dopo che per alcuni giorni numerosi razzi erano stati lanciati dalla Striscia nel sud d’Israele.
Tra lotte intestine di potere, appuntamenti elettorali, voglia di svuotare gli arsenali e dichiarazioni tanti altisonanti come farlocche (come quella di una fantomatica invasione terrestre di Gaza), i raid e le violenze di questi giorni rischiano di terminare con un includente nulla di fatto. Dove a farne le spese, ancora una volta, sono state le persone più povere e indifese, soprattutto tra gli abitanti palestinesi della striscia.