Investimenti per il 2013: ecco alcuni consigli
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Investimenti per il 2013: ecco alcuni consigli

Più dubbi che certezze riguardo il 2013. In Europa occhi puntati su Spagna (modi e tempi di richiesta di aiuto alla Bce) e Italia (esito delle elezioni italiane e prospettive di ripresa economica). Negli Stati Uniti le incertezze sono legate invece alla risoluzione di due questioni chiave, il fiscal cliff e il debt ceiling.

Se il Congresso non interverrà prima del primo gennaio verrà meno un pacchetto di agevolazioni fiscali, che potrebbero avere un impatto negativo sul Pil statunitense nella misura anche del 3,6%.

In generale si prospetta uno scenario moderatamente positivo. Ecco alcune linee guida di investimento per il 2013:

  • Meglio i bond decennali. In termini di scadenze, la preferenza passa dai titoli a cinque anni a quelli decennali. Il trend di flessione dello spread dei Btp rispetto ai Bund, dovrebbe mantenersi in un’ottica di impostazione costruttiva sull’area euro e sull’Italia, considerando eventuali fasi di volatilità come un’opportunità di acquisto.

  • Prudenza verso gli high yield. Nelle ultime settimane si sono affacciati sul mercato numerosi emittenti italiani, con obbligazioni senior (Lottomatica, Finmeccanica, A2A e altri) e subordinate (Unicredit, Generali), che hanno incontrato una buona domanda anche da parte di investitori esteri. Considerati però i livelli estremamente compressi dell’indice di volatilità, gli esperti mantengono un approccio piuttosto prudente nei confronti degli high yield.

-Più spazio all’Europa. Se il 2012 è stato l’anno in cui gli Stati Uniti sono stati considerati un porto sicuro, mentre Europa e mercati emergenti risentivano degli effetti di politiche fiscali e monetarie restrittive, nel 2013 l’austerità fiscale potrà rallentare gli Usa, mentre sarà meno pressante in Europa. Da parte loro i Paesi emergenti godranno invece di politiche espansive.

  • Più titoli finanziar i, grazie al potenziale miglioramento degli spread sui titoli del debito sovrano nei Paesi periferici. Meno titoli difensivi, in particolare cautela sulle utility, le telecomunicazioni e i petroliferi.