Terza parte della nostra guida intergalattica ai rompi…scatole.
Il manipolatore
Il manipolatore è una delle persone da cui fuggire a gambe levate. Subdoli, falsi e sleali, i manipolatori provano una sadica libidine nell’orchestrare il comportamento delle persone, creando invidia, segregazione e litigi.
Riuscire ad identificare un manipolatore è difficile, soprattutto perché si mascherano da “migliori amici”. Ci stanno sempre vicino, facendoci notare quanto importanti sono nella nostra vita. Ci dicono come comportarci in tutte le situazioni. Ci rivelano propri ed altrui segreti, per dimostrarci quanto sono in confidenza con noi. In realtà lo fanno con tutti, piegando la realtà dei fatti alle loro necessità. Vuoi per avere uno “schiavetto” 24/7. Vuoi per evitare di perdere l’amico/a del cuore. Vuoi per rimanere al centro dell’attenzione, mantenendo il proprio gruppo ben diviso (divide et impera).
Una volta scoperti, giocano la loro carta migliore: il loro carisma. Campioni olimpionici di sviolinata e con un dottorato in ruffianologia, riescono a trovare un modo per farsi perdonare, facendovi sentire amati ed importanti. Voi finite con un sorriso ebete sulla faccia, loro festeggiano lo scampato pericolo per l’ennesima volta.
Se avete identificato il manipolatore, è tempo di passare al contrattacco. Riuscire a capire che tipo di manipolatore abbiamo davanti è ancor più difficile della sua identificazione. Esistono persone con veri disordini psicologici che li portano a comportarsi da manipolatrici ed altri che lo fanno per pura cattiveria. Distinguere i primi – che necessitano cure – dagli ultimi – che necessitano mazzate – è complicato, così come lo è terminare la vostra relazione con loro.
Valutate pro e contro – Ad esempio, se è il vostro capo il manipolatore in questione, il potere che ha su di voi potrebbe farvi più male del “sopportare” il suo comportamento. In questo caso una strategia di “contenimento” – conscia dell’attitudine del soggetto – potrebbe essere preferita ad un taglio netto. Nel caso di familiari e amici, potrete concedervi un approccio più diretto e considerare l’opportunità del taglio netto. Se siete fortunati il manipolatore passerà alla prossima vittima, in caso contrario preparatevi in anticipo alle eventuali rappresaglie.
Siate risoluti – Se fin’ora il manipolatore ha sfruttato le vostre emozioni, lo farà ancor di più quando gli parlerete del problema che avete con lui. Voi non lasciate prendervi la mano e ricordate questi tre punti:
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tenete bene presente COSA vi spinge al confronto;
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scordatevi rabbia, sensi di colpa e timori;
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procedete col vostro discorso, senza dare la possibilità al manipolatore di infilarsi in una “discussione nella discussione” per sfiancarvi.
Ricordatevi: una volta decisa la vostra linea di comportamento, non arretrate di un passo, non state DISCUTENDO del problema, lo state ESPONENDO. Brevità e concisione sono le vostre armi migliori.
L’antipatico
Homo animal socialis. Stare in società vuol dire integrazione, lavoro di squadra e senso di appartenenza. Ma anche stare adesi a quel tizio che proprio non riusciamo a sopportare. L’antipatia ha ben più di 50 sfumature, ma possiamo ridurne la popolazione a tre categorie principali, relativi provvedimenti inclusi.
L’incompreso – l’incompreso è l’antipatico di grado minore. Quel tizio che in generale ci sta simpatico, ma che per alcuni suoi comportamenti proprio non riusciamo a starci insieme più di 10 minuti. In questo caso la strategia migliore è identificare quale comportamento ci fa innervosire, cercando di razionalizzarlo. Nel caso abbiate difficoltà, provate a chiedere ad un amico indipendente, potreste perfino scoprire che siete voi che state esagerando. Una volta identificato il comportamento molesto, cercate un modo gentile ma diretto di parlarne con l’interessato, prestando attenzione a non attribuire colpe di sorta. Magari vi farete un nuovo amico.
L’indigesto – l’indigesto è un’involuzione dell’incompreso. Avete provato ad appianare le divergenze e trovare un punto comune, ma il tizio è un capa-tosta e proprio non ne vuole sapere di smussare i proprio angoli acuminati. Se avete già fatto la fatica di razionalizzare cosa non digerite della persona in questione, arginatene gli effetti, ad esempio non dandogli corda, evitandolo, frequentandolo solo con altri, etc. L’importante è che andiate avanti con la nostra vita. Ricordate che dare un connotato logico alle vostre emozioni è la parte più importante perché è ciò che vi prepara ad affrontare la situazione, oltre a renderla sopportabile.
Lo stronzo – quello del metodo anti-stronzi per intenderci. Sono quelle persone che, pur di risultare superiori a chi sta loro davanti, fanno di tutto per screditarli. Lo stronzo è un invariante sociale. Lo fa ovunque e con chiunque – eccetto i superiori, che solitamente lecca di gran carriera. Occhiatacce, offese più o meno dirette e umiliazioni pubbliche sono i grandi classici nel repertorio dello stronzo professionista. La soluzione migliore sarebbe evacuare lo stronzo quanto prima, ma se non potete farlo, tenete duro e puntate i piedi. Non lasciate che un fetente del genere turbi la vostra giornata. Ci penserà la natura a riciclarlo. Vittime della loro stessa stronzaggine – chiamatelo karma –, gli stronzi hanno una naturale tendenza all’auto-sabotaggio.
Noi stessi
Mutans mutandis, anche noi altri possiamo rompiscatolare il resto dell’umanità. Se il vostro fine ultimo è migliorare per stare meglio con voi stessi e il prossimo, preparatevi a fare una bella doccia di umiltà ogni mattino, premurandovi di rimuovere eventuali residui di suscettibilità. Abbiamo già affrontato l’argomento parlando dei criticoni e di come interpretare gli appunti a noi diretti.
Se ci pensate è lo stesso meccanismo di feedback che tanto successo sta avendo oggi giorno su siti di ogni tipo, cominciando da eBay ed arrivando a TripAdvisor. Avere delle critiche veritiere e costruttive è la base per imparare dai propri errori e migliorare. Se fate qualcosa a cui tenete – hobby, lavoro, etc. – e volete migliorare, accogliete le critiche a braccia aperte e:
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Consumatele fredde le critiche. I commenti a caldo sono solitamente deviati da molte variabili. Fretta, riserbo, umori, etc. Se volete delle critiche ragionate cercate di parlarne a bocce ferme. Lasciate passare un giorno o due dalla vostra performance e parlatene con amici o collegi – meglio se in numero esiguo – davanti ad un caffè o in un momento di relax.
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Orecchie aperte, bocca chiusa non precipitatevi in ampollose giustificazioni. Se proprio non resistete fatelo alla fine, ma ricordate che il vostro obiettivo è migliorarvi. Se li giustificate continuerete a rifare gli stessi errori.
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Scartate l’impossibile se capite che una critica è dovuta a qualcosa fuori dal vostro controllo non risentitevi. Es. se dopo una partita di basket vi dicono “ma dai, potevi schiacciare a canestro!” e siete alti 1.50, soprassedete. I miracoli lasciateli per quando troverete lampada ed annesso genio.
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Tu cosa avresti fatto? chiedere cosa avrebbe fatto l’altro al nostro posto è un ottimo modo per osservare il (nostro) problema da una prospettiva diversa.
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Un passo alla volta migliorare è una pratica che richiede costanza e dedizione. Una volta identificati i vostri difetti, non cercate di cambiarvi dal giorno alla notte. Al contrario, scegliete uno tra gli errori che commettete spesso e focalizzatevi su eliminarlo definitivamente. A processo ultimato ritornate al punto 1.
Ad maiora!