Il 2013 potrebbe essere ricordato come l’anno senza estate. A lanciare l’allarme è Laurent Cabrol, il principale meteorologo di France1, la prima rete televisiva d’oltralpe. “Siamo in un serio pericolo di un anno senza estate. È una situazione di cui ci sono poche eccezioni, come nel 1975, nel 1983 e nel 1995, quando ci sono state una primavera e un inverno molto piovosi e poi un’estate normale. Ma adesso abbiamo una brutta situazione di partenza” spiega quello che in Francia viene definito “Monsieur Météo”.
I segnali d’altronde non mancano. Da tempo non si vedeva una primavera così piovosa e fredda, tant’è che ancora a fine maggio si fatica a mettere da parte giacche e maglioncini. Le giornate di sole sono, più che la normalità, l’eccezione. “Per essere novembre, fa piuttosto caldo” scherzano i più. Al nord, le stesse previsioni per i prossimi giorni lasciano poche speranze: la prima parte del week end sarà all’insegna dell’instabilità. La stessa cosa si potrebbe dire fino a metà giugno, quando le temperature si alzeranno, ma non mancheranno temporali e piogge.
“La temperatura dell’acqua del mare è fredda ed è un segno di raffreddamento dell’atmosfera. C’è molta umidità nell’aria. E quando viene il caldo, l’umidità evapora e si trasforma in temporali. E quando ci sono i temporali non si può parlare di una tranquilla giornata di sole” continuano oltralpe.
Diversa la previsione, nel lungo periodo, del sito “ilmeteo.it”. Secondo il meteorologo veneto Antonio Sanò ci attende “un’estate calda sul medio e basso Adriatico con frequenti fasi di afa e di caldo torrido; leggermente più calda della norma sul resto del Sud e localmente sulle isole maggiori; temperature nella norma, senza eccessi termici e quindi con caldo sopportabile e gradevole sul medio e alto Tirreno e al Nord”.
“Per tutto il week end in arrivo il tempo continuerà a fare i capricci e dovremo aspettare la prossima settimana per sentire profumo d’Estate - afferma il meteorologo di “3bmeteo.com” Francesco Nucera - gli anticicloni rimangono ancora lontani e non interessano per ora neppure marginalmente le nostre regioni”.
La meteorologia non è una scienza esatta, si sa, ma basta gettare uno sguardo fuori dalla finestra per storcere il naso: per gli infradito c’è ancora da aspettare.