Un gruppo di ricercatori inglesi hanno fotografato “l’onda della morte”: una luce fluorescente azzurra che si propaga di cellula in cellula fino al trapasso dell’organismo. Quindi niente scheletro con falce e tunica nera, la Morte è azzurra come il cielo.
I ricercatori britannici hanno scoperto, all’interno del corpo di alcuni vermi, più precisamente nell’intestino, un bagliore blu intenso che piano piano si irradia verso tutto il corpo, appena prima di morire.
Il corpo del verme passerebbe attraverso ciò che i ricercatori chiamano una “cascata necrotica” e la morte viaggerebbe nel corpo attraverso segnalazioni di calcio tra le cellule.
Il professor Gems ha poi concluso: “I risultati delle nostre ricerche portano a mettere in dubbio la teoria che la morte per invecchiamento sia semplicemente un accumulo di danni cellulari. Dobbiamo focalizzarci dunque sugli eventi biologici causati dall’invecchiamento e dalla morte per poter comprendere come interrompere questi processi in futuro”.
I ricercatori hanno anche provato a bloccare il percorso chimico che propaga la morte cellulare, ma sono riusciti a ritardare solo la morte indotta da uno stress come un’infezione e non la morte per vecchiaia. Ciò suggerisce che la morte dovuta a un’infezione è più facile da rallentare perché è innescata da un numero minore di processi, mentre la morte dovuta all’invecchiamento è più difficile da ritardare perché entrano in gioco numerosi processi.