Bradley Manning, il soldato Usa condannato a 35 anni per il passaggio di oltre 700mila documenti riservati a Wikileaks, continua a far parlare di sè. L’ex militare infatti dice di essere una donna, di voler vivere come tale con il nome di Chelsea e di voler cominciare al più presto una terapia ormonale.
Manning l’ha scritto in una dichiarazione inviata al programma Today della Nbc. La polizia ha diffuso una foto, scattata nel 2010, in cui il militare si era vestito da donna con tanto di rossetta e parrucca.
Durante il processo, la difesa di Manning ha messo in evidenza le forti pressioni psicologiche subite dal militare mentre era in servizio. All’epoca era in vigore la politica del “don’t ask don’t tell”, in base alla quale, nelle forze armate Usa, non si chiedeva e non si diceva nulla riguardo agli orientamenti sessuali dei militari.
Il colpo di scena potrebbe inquadrarsi nella strategia difensiva dell’ex soldato volta ad ottenere attenuanti grazie al riconoscimento della semi infermità mentale. Manning è stato condannato a 35 anni e riconosciuto colpevole di 20 capi di imputazione, anche se la Corte Marziale ha escluso il reato più grave, connivenza con il nemico, punibile con l’ergastolo. L’uomo ha già trascorso in prigione tre anni e mezzo per aver diffuso centinaia di migliaia di documenti diplomatici e militari, tra cui relazioni dai campi di battaglia di Iraq e Afghanistan, cabli diplomatici del dipartimento di Stato e anche un video.
Manning ha anche scritto ad Obama per chiedere la grazia. L’ormai ex soldato ha dichiarato di aver diffuso i documenti “per amore del mio Paese e senso di dovere verso gli altri”.
La sentenza, che comprende anche il congedo con disonore dall’esercito, è stata giudicata “una significativa vittoria strategica” da Wikileaks. Scansati i 60 anni di carcere, come richiesto dalla procura militare, il gruppo di Assange ha fatto i conti in tasca alla sua ex talpa: il militare potrebbe essere rilasciato sulla parola dopo un terzo della pena: circa 9 anni, secondo alcuni calcoli.