Molti Paesi africani stanno fronteggiando la più grave epidemia di ebola della storia.
L’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) ha conteggiato in Guinea,Sierra Leone, Nigeria e Liberia 660 morti e 1093 persone che hanno contratto il virus. Anche due cittadini americani sono stati contagiati dal virus dell’Ebola in Liberia. Si tratta di di un medico e di un’operatrice umanitaria, impegnati nell’assistenza medica alle persone colpite dalla malattia.
La malattia si trasmette per contagio animale o mediante contatto diretto con sangue, fluidi corporei e tessuti di soggetti infetti.
L’incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni (in media una settimana), a cui fanno seguito manifestazioni cliniche come febbrea, cefalea, artralgie e mialgie, iniezione congiuntivale, faringite, vomito e diarrea.
Molte organizzazioni sanitarie internazionali stanno facendo di tutto per fornire il proprio supporto ai Paesi africani, ma la speranza di contenere il virus è affidata per lo più all’educazione alla prevenzione. Secondo i pronostici più ottimistici del CDC (Centers for Disease Control and Prevention), l ‘epidemia continuerà almeno fino alla fine di ottobre.
I funzionari della sanità si stanno organizzando per combattere la disinformazione, le ostilità e le pratiche culturali come i riti funebri, durante i quali i parenti lavano e toccano numerose volte il corpo del deceduto.
L’Italia, a differenza di altri paesi europei, non ha collegamenti aerei diretti con i paesi africani colpiti dall’epidemia. I migranti clandestini che giungono sulle coste siciliane non rappresentano un rischio di importazione della malattia da virus Ebola in quanto il viaggio per raggiungere il nostro paese è lungo mesi, e la malattia altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in Italia.