, tra cui l’Italia, criminalizzano la prostituzione.
Mondi sommersi
Di norma, quando si parla di prostituzione, si pensa a quella femminile. Al contrario i ricercatori fanno notare come l’universo della prostituzione sia formato da tanti mondi sommersi. Ad ognuno appartenente una propria popolazione che ne alimenta la domanda e l’offerta (ad esempio la, spesso ignorata, prostituzione maschile o quella transessuale). Ogni mondo necessita di interventi diversi e specifici per le proprie caratteristiche. Il fatto di considerare il fenomeno un crimine non ha aiutato a fare chiarezza sull’argomento, inibendo buona parte delle iniziative volte a regolamentarlo e renderlo più sicuro.
Considerato a tutti gli effetti un criminale, chi si prostituisce ottiene lo stesso supporto tanto in Kenya quanto in Italia e negli USA: 0. Al contrario, ciò che i ricercatori auspicano, è un sopporto a livello statale che permetta la creazione di un ambiente dignitoso in cui chi si prostituisce possa discutere e ricevere informazioni, oltre ad accedere ad un supporto sanitario adeguato ed a adeguati strumenti di prevenzione.
A supporto, uno studi pubblicato su Lancet ha discusso e dimostrato quali interventi e in quale misura possono diminuire il numero di infezioni. Ad esempio, l’utilizzo di profilassi preventive contro l’HIV – come la pillola Truvada. Perché una pillola contro l’HIV piuttosto del “solito” preservativo? La ragione deriva dal fatto che molti clienti chiedono alle prostitute di non usare il preservativo, esponendo entrambi al rischio di contagio.
Stigmatizzazioni e bigottismo sono tutt’al più controproducenti. Soprattutto se, oltre alle ragioni sanitarie, si considerando il forte gettito fiscale che entrerebbe nelle casse degli stato dalla regolarizzazione di così tanti lavoratori e la chiusura di uno delle maggiori sorgenti di guadagno per la malavita. Ne sono un ottimo esempio Germania e Paesi Bassi, in cui la prostituzione è legale e regolamentata dal punto di vista fiscale e sindacale.
Parafrasando Lubrano “la domanda sorge spontanea”: perché, nel 2014, ancora così tante nazioni criminalizzano la prostituzione, considerando tutti i “pro” della sua legalizzazione?