, sogno bagnato di ogni Marvel-fan che si rispetti, ha sbancato lo sbancabile e glorificato nell’Regimpo (il mio personale Olimpo dei Registi) Joss Whedon, peso massimo di giocoliera cinematografica, riuscito nell’insperato compito di dare a tutti i co-protagonisti – la maggior parte dei quali aveva all’attivo 1-2 film – il giusto spazio, raccontando una storia piena di azione, risate e pathos (Q.B.).
Age of Ultron riprendere (quasi) lì dove eravamo arrivati con Avengers. I Nostri che le danno di Santa Ragione ai cattivoni. Sequenze strepitose e combo degne dei migliori wrestlers anni ‘90 comprese. Si scopre che il nemico è un certo von Strucker dell’Hydra… anzi, no, in realtà la vera minaccia è una coppia di gemelli geneticamente muta(n)ti per sconfiggere gli Avengers. E invece no, colpo di scena! Il vero nemico degli Avengers è Tony Stark che non sa fare gioco di squadra e… ok, forse ho capito, il nemico è un intelligenza artificiale che vuole distruggere il mondo … giusto?
[caption id=”attachment_15708” align=”aligncenter” width=”640”] Tante palle in gioco[/caption]
Di carne sul fuoco, in Age of Ultron, ce n’è tanta. Molta più di quella del primo film. E così come ogni pallina in più esalta la performance di un esperto giocoliere, così aumenta anche il rischio di una rovinosa caduta di pal stile.
Nel caso di Age of Ultron lo spettacolo non è di certo rovinato, ma il risultato finale fallisce nel giustificare tutta quella carne al fuoco. Va detto, il film piacerà sicuramente tanto ai fan e quanto agli spettatori casuali. Come per Avengers, anche Age of Ultron ha azione e risate – personalissimi momenti topici: la sequenza d’apertura, il party, Veronica, e quella citazione da Frankenstein.
Quello che stona è quel “dramma Q.B.” al quale viene dedicata una parte considerevole del tempo su schermo, cercando di convincere il pubblico che quelli lì sono sì super-eroi, ma comunque umani che “tengono famiglia” (cit.) e hanno sentimenti – Occhio di Falco, Hulk e Vedova Nera in primis. Il risultato di tutto questo intreccio sentimentale finisce per risultare forzato, benché possa contare sulle interpretazioni di Ruffalo, Johansson e Renner, e porta lo spettatore a pensare “saranno sinceri o è tutto una finta?”. Nel primo caso, si potrebbe archiviare il caso come una sfortunata e non necessaria scelta di sceneggiatura, nel secondo, abile (ma evitabile?) sotto-trama per i prossimi film.
Tutto considerato, il vero nemico in Avengers: Age of Ultron non è, come suggerirebbe il titolo, il robottone cattivone, ma il primo film della serie. La maledizione di fare un lavoro dannatamente buono è che poi ti chiedono di farne un altro. E con quello non parti da zero, ma da dove avevi lasciato il pubblico 3 anni prima.
A conferma di ciò, all’uscita della pellicola Whedon si è detto stremato dall’impresa di filmare Age of Ultron, cedendo volentieri ciak e megafono del prossimo capitolo, Avengers: Infinity War - Part 1, ai fratelli Anthony e Joe Russo, registi del recente Winter Soldier.