Miss Peregrine - La Casa Dei Ragazzi Speciali
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Miss Peregrine - La Casa Dei Ragazzi Speciali

Curiosi di vedere una versione grottesca degli X-Men in salsa Seconda Guerra Mondiale? Ci ha pensato Tim Burton e il suo adattamento del primo libro della trilogia di “Miss Peregrine - La Casa Dei Ragazzi Speciali”.

A me gli occhi!

Per chi ha vissuto in una caverna fino a ieri, Tim Burton è quel regista pettinato coi mortaretti, fornitore ufficiale di incubi fanciulleschi dal 1985 a oggi. Data la forte componente freak — italianizzabile in “fenomeni da baraccone” — del libro-rivelazione di Ransom Riggs, non c’è da stupirsi se il caro Tim ci si sia buttato a capofitto.

Nella pellicola, Jake (l’Asa Butterfield de “Il Bambino con il Pigiama a Righe” e “Ender’s Game”) è un normale ragazzo che vive nei sobborghi dell’assolata e vegliarda Florida. Oltre all’innata abilità di impilare pannolini nel discount in cui lavora, Jake adora il proprio nonno, un avventuroso vecchietto che fin da piccolo ha incantato Jake con le storie delle proprie avventure, un classico della tradizione Burtoniana Burtonesca Burtonica. Il La alla sinfonia — anche se “cacofonia” sarebbe più appropriato — del film lo da l’assassinio del nonno di Jake, morto in misteriose circostanze per mano di presunti “animali feroci”. Da lì a “viaggi nel tempo con bambini di metà ‘900 con poteri fantastici!!!” è un batter di ciglio (e mezz’ora di pellicola).

La storia di Jake, lanciato in un’odissea per svelare il mistero del nonno e, fondamentalmente, per trovare sé stesso, si intreccia con quella di Miss Peregrine, direttrice di un orfanotrofio per ragazzi con poteri speciali, sospeso in una bolla temporale nell’anno 1943. Perso qualche passaggio? Siete sulla buona strada.

E dato che non esiste eroe senza nemesi, ecco i protagonisti indiscussi degli incubi degli spettatori dai 5 anni in su: i Vacui. Che sono questi Vacui? Immaginate. Creature alte 3 metri, dotate di spuntoni aguzzi al posto degli arti e capaci di uccidervi con un solo colpo dei lunghi tentacoli che fuoriescono dalle loro bocche, traboccanti decine di denti aguzzi come rasoi. Se a questa descrizione aggiungete l’amore e l’arte di Burton per il grottesco, avete il miglior candidato al premio Babau 2016. Che c’entrano i Vacui con Jake e Miss Peregrine? Eh, non vi ho detto la parte migliore: per vivere, questi Vacui, si nutrono di un cibo molto prelibato: gli occhi dei bambini speciali. Incubo servito.

Vacui e cavità oculari a parte, benché il film mantenga un livello costante di tensione e dinamicità, tende — come spesso succede — a perdersi verso metà pellicola per poi ritornare in carreggiata con gli ultimi 45 minuti di azione, terrore e comicità, marchio di fabbrica di Burton. Finale forse un po’ troppo rapido, ma svolge bene il ruolo di “trailer” per le, probabili, prossime due pellicole della trilogia di Miss Peregrine.