La bandiera dell’Isis sventola a poche miglia dalle coste italiane. Circa 45 per la precisione, pari a una distanza di 80 chilometri. Non si tratta delle coste libiche, dove la presenza degli uomini del Califfato è ormai ampiamente documentata, ma delle coste albanesi.
A lanciare l’allarme sono i nostri servizi di Intelligence, secondo cui la bandiera nera sventola su diversi villaggi albanesi, specialmente quelli ai confini del Kosovo.
Sin dalla nascita dello Stato islamico, un numero importante di foreign fighter è partito dai Balcani occidentali, e dall’Albania soprattutto. Se ne stimano mille almeno. Negli ultimi 12 mesi, però, il flusso si è notevolmente ridotto.
Il motivo è dovuto principalmente alle sconfitte sul campo in Siria e Iraq, perdite che hanno spinto l’Isis a bloccare i viaggi di chi si vuole arruolare per spostare il conflitto in Occidente. L’allarme è quello della radicalizzazione, un allarme non infondato visto che già nove persone sono state condannate per reclutamento e i servizi albanesi hanno segnalato come “fortemente pericolosi” una decina di imam, due dei quali sono però in carcere.
L’Italia, e sopratutto la Puglia, si scopre cosi a rischio. Nella regione (così come un pò su tutta la penisola) sono presenti diverse comunità albanesi fortemente radicate sul territorio. Inoltre la criminalità organizzata potrebbe stringere un patto d’affari con le organizzazioni terroristiche, creando cosi un connubio dagli effetti potenzialmente devastanti.
E così anche il nostro paese, come il resto d’Europa, potrebbe scoprire di avere il nemico già in casa.