Usa, brevettata la pistola intelligente
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Usa, brevettata la pistola intelligente

Ogni anno negli Stati Uniti tra le 600 e le 800 persone muoiono per incidenti legati ad armi da fuoco. Un numero che potrebbe scendere nei prossimi anni grazie all’invenzione di un studente 19enne.

Il giocane imprenditore, all’anagrafe Kai Kloepfer, studente di Ingegneria elettronica al Mit, ma anche fondatore della start up Biofire, ha messo a punto infatti una pistola intelligente che è in grado di riconoscere chi la impugna.

L’arma monta, sul calcio, quello che gli smartphone hanno sullo schermo. La pistola spara solo se riconosce, grazie ai suoi sensori, le impronte digitali del “padrone”.

Il “padrone”, e solo lui, può autorizzare anche altre persone ad usare l’arma. Fino a mille. Il sensore riconosce anche le impronte supponiamo della moglie, se ammessa dal marito che ha comprato lo strumento. Secondo il suo inventore, il sensore ha una precisione del 99,99 per cento nel riconoscere gli individui autorizzati all’uso della pistola.

Ma se l’idea appare a molti promettente, non manca chi invece la critica. Molti puntano il dito sul fatto che i prototipi sono prodotti con la stampante 3D; l’arma si ricarica alla corrente proprio come uno smartphone; una pistola che non spara subito è giudicata inutile e insicura e un simile dispositivo può essere facilmente hackerato.

Da ultimo pesa il fatto che altre armi intelligenti hanno fallito i loro obiettivi di vendita (anche forse per i prezzi altissimi e la contrarietà delle lobby delle armi). Fa scuola il caso della pistola Armatix iP1, uscita nel 2014. Il grilletto di quest’arma di fabbricazione tedesca può funzionare solo se questa è riconosciuta da un orologio che il proprietario ha al polso. Le due macchine - arma e orologio - dialogano attraverso la radio frequenza.

Nonostante l’idea rivoluzionaria, la Armatix iP1 non è diventata certo un oggetto di massa.