I casi di morbillo in Italia da inizio anno hanno superato quota mille, quando in tutto il 2016 erano stati 844.
I più colpiti sono i giovani e gli adulti di età compresa tra i 15 e 39 anni, nel 33% dei casi si è avuta almeno una complicanza come insufficienza respiratoria o epatite o encefalopatia.
Molti genitori decidono di non vaccinare i figli perché considerano la malattia poco grave e priva di grandi conseguenze, mentre temono per gli effetti collaterali.
Prima dell’arrivo del vaccino, ogni anno in Italia morivano di morbillo alcune centinaia di bambini, non dobbiamo dimenticare che il morbillo è una malattia pericolosa, in un caso su mille dà encefalite, in uno su diecimila porta alla morte.
Purtroppo è la mal informazione che molto spesso influenza i genitori verso la non vaccinazione, in particolare è diffusa la paura che ci sia una correlazione tra vaccinazione e autismo.
Il vaccino contro il morbillo viene somministrato insieme a quello contro parotite e rosolia. È appunto il cosiddetto vaccino MPR. Il primo a sostenere la tesi che il vaccino trivalente potesse portare all’autismo fu Andrew Wakefield. Le sue teorie sono state però ritrattate dalla rivista scientifica che le aveva pubblicate e per le quali è stato cancellato dall’albo dei medici statunitensi nel 2011.
L’aumento vertiginoso dei casi di morbillo sta preoccupando il Ministero della Salute, il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-19 prevede la vaccinazione contro il morbillo al secondo anno di vita e si propone di innalzare gli obiettivi di copertura per raggiungere in Italia lo stato ‘morbillo-free’.