Doping e ciclismo, un connubio che purtroppo sembra inossidabile. Proprio oggi è stata diffusa la notizia che la Nado Italia ha infatti trovato positivo al Mesterolone (potente anabolizzante) un ciclista di appena 14 anni in seguito ad un controllo effettuato durante una gara regionale.
Come se non bastasse la nuova frontiera del Doping si potrebbe aprire ai batteri intestinali. L’ipotesi della rivista specializzata Bycicling Lauren Petersen, fondatrice dell’Athlete Microbiome Project, è giustificata dalla scoperta che alcuni batteri sono più abbondanti di altri nell’intestino degli atleti professionisti.
I ricercatori hanno analizzato campioni di ciclisti amatoriali e professionisti alla ricerca di eventuali differenze. Dai 350 diversi tipi di batteri isolati almeno due sembrano avere un ruolo nelle performance.
Uno è la Prevotella, un batterio ‘buono’ del microbioma che sintetizza amminoacidi a catena ramificata, che sono fondamentali per il recupero muscolare. Dai campioni è emerso che tutti i professionisti avevano questo batterio mentre solo il 10% dei non atleti aveva la Prevotella.
Un altro ‘sospettato’ emerso dal progetto è il Methanobrevibacter smithii che fa parte degli archea, tra i microrganismi più antichi conosciuti. Questo in particolare ha un ruolo da ‘spazzino’, che limita l’accumulo di CO2 e idrogeno nell’intestino aiutando tutti gli altri batteri nel proprio metabolismo. Anche in questo caso si trova con più frequenza negli atleti professionisti rispetto alla popolazione generale.
Parleremo nei prossimi anni di doping batterico?