Crollo delle cryptovalute.
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Crollo delle cryptovalute.

Dopo un buon inizio della prima metà di Gennaio il mercato delle cryptovalute ha subito un duro colpo nell’ultima settimana. Quasi tutte le cryptovalute hanno infatti perso quotazione a doppia cifra; i Bitcoin sono crollati del 30%, gli Ethereum del 40% e così via. Importante il segno meno dei Bitcoin. Prezzo sceso sotto 12.000 dollari, ai minimi da sei settimane. A meta’ dicembre era salito al livello record di quasi 20.000 dollari.

Non chiarissime le cause ma c’è un sospetto. A frenare il prezzo sono le limitazioni agli scambi annunciate in Corea del Sud e Cina, cioè nei due Paesi dove la operazioni in Bitcoin sono più elevate. In Cina in particolare li vice Governatore della banca centrale cinese, Pan Gongsheng ha dichiarato che le autorita dovrebbero vietare il trading centralizzato delle criptovalute, di cui il Bitcoin è la più importante. Le autorità cinesi hanno già vietato il trading dalle piattaforme di scambio, hanno limitato l’attività delle miniere di criptovalute, anche se lo scambio e le operazioni in Bitcoin proseguono attraverso canali alternativi.

Queste le cause, i motivi però sono più raffinati. C’è la volontà da parte dei governi di togliere potere d’acquisto alle cryptovalute, che in alcuni casi erano diventate una moneta di scambio troppo elevata.

Secondo il Sole 24 ore è Pechino ad aver messo in atto una escalation di misure per non permettere ai cinesi di acquistare e vendere criptovalute.

La mossa di Pechino è attribuibile in prima battuta all'esigenza di mettere un freno al trading che si era trasformato in una modalità alla portata di tutti per esportare valuta.

Stesso discorso per la Corea del Sud. Il progessivo sucecsso del Bitcoin in Corea del Sud, che oggi vale circa un quinto degli scambi globali sulla criptovaluta più nota, ha indotto anche Seul a mettere un freno all’attività.

Settimana scorsa le autorità locali hanno di fatto bloccato l'operatività chiedendo agli exchange di non permettere più il trasferimento degli asset in criptovalute al di fuori dei servizi centralizzati: chi acquistava Bitcoin era costretto a tenerli presso l'exchange e quindi, di fatto, era impossibilitato a venderli.