Lo scorso novembre s’era parlato di Musk e della sua Tesla per la presentazione di Semi, l’autoarticolato elettrico con cui l’azienda d’auto californiana si è lanciata nel settore dei mezzi pesanti.
In chiusura all’evento Musk dichiarò che i primi Semi avrebbero garantito autonomie (col modello di punta) fino a 800 Km. Un dato che aveva fatto alzare più di un sopracciglio tra gli esperti. Infatti, pur considerando lo stato dell’arte delle batterie odierne, conti alla mano la batteria necessaria per aderire alle specifiche date da Musk peserebbe tra le cinque e le dieci tonnellate, aggravando di molto le prestazioni finali del mezzo.
Mentre dall’altra parte dell’oceano esperti e produttori discutono della realizzabilità del Semi di Tesla, nella vecchia Europa, più precisamente in Svezia, una piccola startup svedese ha silenziosamente superato il grande concorrente americano.
L’azienda, chiamata Einride, ha appena cinque anni ed è stata fondata Robert Falck, ex-responsabile della produzione di motori di Volvo e collaboratore della Stanford University per la progettazione di automobili autonome.
L’anno scorso, poco prima di Musk e del suo annuncio, Einride provava su strada il proprio prototipo, chiamando T-Pod, un autoarticolato completamente alimentato a batteria e senza guidatore. L’aspetto è proprio quello di uno di quei camion futuristici visti, ad esempio, in Logan. Salutati definitivamente finestrini e parabrezza, il T-Pod ospita comodamente 15 pallet ed è dotato di un’autonomia di 200 chilometri.
Lungi dall’essere un mero esperimento, Einride e il suo T-Pod non hanno dovuto aspettare molto per accaparrarsi il loro primo cliente importante: la catena di supermercati Lidl, che quest’anno realizzerà un progetto pilota dove alcuni suoi punti vendita svedesi verranno riforniti dei T-Pod. A mettere un cuore umano all’interno delle macchine ci penseranno gli impiegati di Einride, che, da remoto, monitoreranno i veicoli e potranno prenderne il controllo in situazioni critiche.
Scacco matto Elon?