Ne avevo già parlato. Nel frattempo la bretella aveva cominciato a prendere forma e nel relativo cantiere si lavorava alacremente alla sua realizzazione. Questo fino al 26 settembre, quando viene resa nota la sentenza del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) dell’Emilia Romagna che blocca il cantiere sulla base di vizi formali presenti in quegli stessi atti che avevano permesso l’inizio dei lavori. Di conseguenza tutto è fermo, tutti i progetti sono cancellati così come la gara d’appalto che la Cesi aveva vinto per costruire la bretella.
Tutto nasce nel 2005 quando Wwf e alcuni cittadini presentano un ricorso al Tar per annullare l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo dell’asse stradale da parte della giunta comunale. Oggi la risposta. I vizi formali sono 3:
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non aver tenuto conto nell’approvazione del progetto definitivo delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.).
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la verifica di ottemperanza della V.I.A. spettava alla provincia di Bologna e precisamente alla giunta provinciale.
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l’approvazione del progetto esecutivo spettava al dirigente non alla giunta comunale.
A questo punto che fare? Intanto lo scavo del primo stralcio della bretella è ben visibile i soldi sono stati spesi. Data la sentenza, si deve forse ricoprire tutto, aspettare e poi fra qualche anno riaprire il cantiere e spendere altri milioni di euro? Ma dall’altra parte perchè il comune, se lo ha fatto, ha dato via al cantiere con un ricorso pendente sulla propria testa? Non si poteva spettare e cmq evitare di commettere errori valutabili come vizi formali in sede giudiziaria?
Come al solito, e mi dispiace ripetermi, l’unico a perderci è il cittadino che non vede mai un progetto realizzarsi (pagato con i suoi soldi) e per di più quando questo si riesce ad evitare l’opera è ferma, in balia delle vicissitudini giudiziarie. Nel frattempo il traffico nei pressi dell’ospedale nuovo (e della scuola adiacente) è sempre congestionato, da lì passano più automezzi e questo significa ad esempio più rumore e smog.
Imola ormai è la città dell’impossibile, del litigio perpetuo. Nulla può essere fatto, nessuno è mai contento (e questo vale per tutti, siano favorevoli o contrari all’opera) e così la città si trasforma in un grande cantiere a cielo aperto, a dir poco orribile e con le sue ovvie ricadute sulla cittadinanza. E la bretella, per una volta in anticipo sui tempi e in teoria già pronta nella primavera del 2008 (nel tratto dalla rotonda di via Villa Clelia a via Salvo D’acquisto) giace come un grande e inutile pesce arenato sulla spiaggia.
Il comune, nella speranza di riprendere i lavori nel più breve tempo possibile, ha deciso di ricorre al consiglio di Stato e purtroppo in questo caso si profila un film già visto. La vicenda di piazza Matteotti avrebbe dovuto insegnare o almeno indurre maggiore prudenza, ma si vede che l’aria di Imola è piena di faciloneria, che si concentra a nuvoletta sugli individui più portati (pro o contro la bretella è lo stesso).
Il Gorgonauta.