Trama. Il virus T oramai si è propagato in tutto il mondo e ha quasi causato la scomparsa del genere umano e di ogni forma di vita. I pochi sopravvissuti vagano da un luogo all’altro, cercando di evitare i non-morti. Gli Stati Uniti sono un immenso deserto. In questa distesa sabbiosa, precisamente nell’ex Nevada, si muove un convoglio composto da una quarantina di superstiti, che saccheggiano, alla ricerca di cibo e benzina, ogni città abbandonata che incrocia il loro cammino. Tra essi Carlos e L.J, superstiti di Racoon City e Claire, il capo-carovana. Nel frattempo nello stesso deserto si trova Alice, la quale viaggia in solitudine per sfuggire all’Umbrella, che gli sta dando la caccia dato che il dottor Isaacs (quello che si trova alla fine di Apocalypse per intenderci) vuole il suo sangue per creare l’antidoto in grado di debellare definitivamente il virus T. L’Umbrella dal canto si nasconde sotto terra nei suoi segretissimi laboratori dove continua a compiere esperimenti genetici. Nel frattempo nel deserto avviene l’incontro tra Alice e il convoglio. La nostra eroina porta con se un’inaspettata notizia: in Alaska sembra che non ci sia infezione. Per tutti L’Alaska diventerà l’unica meta possibile. Non per Alice che individuata dall’Umbrella, dovrà fare i conti con essa. Tuttavia questo gli permetterà di affrontare una volta per tutte il dottor Isaacs, che su di lei ha compiuto esperimenti.
Recensione. L’aspettavo da tempo questo film e con esso mi aspettavo molte risposte (dato che si prospettava la conclusione di tutta la storia in questa pellicola). Tuttavia queste sono arrivate solo in parte: il virus T si è diffuso nel mondo ma a proposito si afferma solamente che l’infezione non è stata contenuta a Detroit (ma nel 2 non si parlava di Racoon City? ma forse con questo nuovo nome viene indicata in quel futuro la città di Detroit), Alice ha nuovi poteri dovuti a esperimenti genetici che l’hanno resa più forte e dotata ma continua ad essere una via di mezzo tra un esperimento dell’Umbrella e un essere umano. Per quanto riguarda L’Alaka essa è solo menzionata e proprio per questo il film non è affatto la fine ma anzi non è altro che un il continuo della storia visto il finale sorprendente.
Tralasciando la questione degli esperimenti genetici e le tante assurdità come zombie e laboratori nascosti km sottoterra (cosa che non avrebbe senso dato che si tratta pur sempre di un adattamento da un videogioco) parliamo del film. Questo presenta differenze e somiglianze con i 2 capitoli precedenti. In primis abbandonati i luoghi claustrofobici e opprimenti tipici delle esperienze precedenti si approda in spazi sconfinati e aperti, in un immenso deserto dove le rovine della civiltà sono piccole oasi. Uniche eccezioni Las Vegas e il laboratorio dell’Umbrella (dove di nuovo predominano spazi oscuri e nascosti). Inoltre la pellicola, abbandonata qualsiasi considerazione etica (come sull’opportunità o meno degli esperimenti genetici e via dicendo), si concentra sull’azione e sugli scontri tra umani e non-morti, dando vita a combattimenti frenetici e continue lotte per la sopravvivenza. Anche i personaggi, a differenza di come avveniva prima, sono molti, poco delineati caratterialmente e spesso fanno velocemente una brutta fine. A differenza di Carlos e L.J., Claire e Alice, e per ultimo il dottor Isaacs, tutti gli altri passano il tempo a farsi rincorrere o mangiare dai non morti. Insomma l’azione e lotta per la sopravvivenza la fanno da padrone.
Torna invece Alice, eroina sempre più bella e letale, musiche e immagini tipiche dei vecchi episodi (ad esempio le rappresentazioni 3D dei laboratori sotterranei) e gli zombie, vere e proprie star della pellicola, qui però evoluti e capaci addirittura di fare fotografie! Aggiungiamo il solito mostro all’apparenza invincibile e animali infetti (qui oltre ai cani, i corvi). Infine durante la pellicola possiamo ammirare numerose scene che richiamano alla mente altri film : i corvi fanno pensare al classico di Hitchcok Gli uccelli, la statua della libertà a Las Vegas al Pianeta delle scimmie e così via…
Altra protagonista indiscussa Milla Jovovich, che in abiti scollacciati e sensuali si diverte ad ammazzare i non morti, sia con pistole e fucili, sia con affilatissimi machete. Ora grazie al suo Dna modificato possiede addirittura poteri soprannaturali che la paragonano ad un personaggio Marveliano. In questo ruolo ormai Milla si sente a suo agio e noi possiamo ammirarla in tutto il suo splendore. Per il resto si segnala la presenza di Ashanti, nel ruolo della bella infermiera Betty, di Ali Arter (futura protagonista di Resident Evil 4?) che ricordo per Final Destination 2 e di Oded Fehr, alias Carlos nella pellicola. E i cattivi? L’Umbrella per non dire troppo, è la solita bastarda! La girandola di personaggi invece appare giustificata dalla scelta di rifarsi, seppur non nei minimi dettagli, al videogame e all’esigenza di offrire una storia in continua evoluzione, dove la sola Alice è l’eroina indiscussa.
Quindi riepilogando tra non morti, sangue a volontà e combattimenti di ogni genere la pellicola giunge alla sua conclusione dopo aver mostrato 2 vicende parallele (da una parte lo scontro tra Alice e l’Umbrella, dall’altra le vicende del convoglio) che continuano ad intersecarsi fino alla fine. Il finale, come già detto, non fa altro che aprire nuovi scenari e lascia aperte molte questioni. Questo ci porta all’ultimo quesito ossia il possibile Resident Evil 4.
Dato il buon successo del 3, il finale e la presenza di ancora tante domande senza risposta il seguito è tutt’altro che improbabile. Data per scontata la presenza della Jovovich rimane da chiedersi dove ci troveremo (in Alsaka e in Giappone si dice), con chi e cosa mai succederà, mentre le riprese del 4° capitolo dovrebbero già essere iniziate quest’anno.
Giudizio? Film guardabile, godibile e, per un amante del genere, da non perdere.
Il Gorgonauta.