Fucilazione in America, esportatrice di democrazia
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Fucilazione in America, esportatrice di democrazia

Quando l’Atomo del Male era un angoletto ancor più piccolo di quell’immenso mare che è il Web, si è parlato della pena di morte e di quanto incivile e retrogrado tale metodo di punizione/prevenzione – sia.

Quattro proiettili, dritti al cuore

E’ cronaca di oggi: a 25 anni dalla condanna alla pena di morte, il detenuto Ronnie Lee Gardner ha scelto – perché le leggi dello stato dello Utah lo permettono – di andarsene al creatore grazie ad una raffica di Winchester, crivellato da 5 tiratori volontari per eseguire la pena capitale.

C’è da dire che l’esecuzione per fucilazione– a qualcun altro è venuto in mente il clima da guerra mondiale, leggendo queste parole? – è stata abolita dal governo dello Utah da – appena – 6 anni, ma i condannati giudicati precedentemente a quella data (il 1985 per Gardner) possono ancora scegliere tale metodo come alternativa all’iniezione letale.

Scelta la propria condanna il carcerato ha passato le sue ultime 48 ore in digiuno – volontario – per poi presentarsi davanti al plotone di esecuzione incappucciato, con un bersaglio sul petto ad indicare il cuore.

Il rituale è lo stesso che ci propongono film e televisioni:

5 tiratori volontari, 4 fucili carichi ed uno a salve – per “alleggerire” la coscienza dei boia che si riservano la possibilità di non aver ucciso un uomo –, 8 metri li separano dal condannato.

Voltati di spalle non guardano in faccia il detenuto che, dopo aver pronunciato le ultime parole, viene incappucciato.

**«Plotone, attenti!» «Caricare!» «Puntare!» «Fuoco!»

Venti minuti dopo Ronnie Lee Gardner viene dichiarato morto, concludendo la storia del pluriomicida.

Condanna a morte

Perché scrivere un articolo – a tutti gli effetti – di cronaca, quando già giornali e telegiornali riportano la notizia del giorno?

Perché, se mi è permesso dirlo, non ho mai capito come la “più grande democrazia del mondo”, come gli americani amano definire il proprio governo, sia ancora avvezza a impiccagioni, fucilazioni, sedie elettriche e iniezioni letali.

Che reputino la pena di morte un deterrente migliore dell’ergastolo?

E dire che mi pare più “esemplare” la condanna ad un lento e logorante stillicidio, privati della libertà, sapendo che tutto il mondo vive mentre si è rinchiusi sempre nelle stesse quattro mura per il resto dei propri giorni, piuttosto che una veloce dipartita.

Per non parlare dei problemi “etici” di punire un uomo che ha posto fine alla vita di un altro, esercitando su di esso lo stesso diritto di vita e di morte che il condannato si è arrogato impunemente.

Mah!

E intanto che la notizia della fucilazione di Gardner fa il giro del mondo, nessuno scrive un carattere riguardo alle esecuzioni sommarie perpetrate, ogni giorno, su gente che la pensa diversamente– dissidenti politici, li chiamano loro – in Cina o in Iran(giusto per citarne due), così come a nessuno sembra paradossale che un criminale possa decidere della propria morte, mentre in buona parte dei paesi “civilizzati” l’eutanasia rimane un reato a tutti gli effetti.

Distorsioni delle democrazie occidentali.