Proprio un anno fa, in pieno scenario fantascientifico, ipotizzavo la possibile scomparsa dell’Euro. Oggi la mia fantasia è più che una possibilità.
A riprova di ciò un articolo del New York Times, che sottolinea come molti istituti di credito, quali Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura hanno pubblicato decine di rapporti in settimana nei quali esaminano questa eventualità.
Nel Regno Unito, Royal Bank of Scotland mette a punto piani di emergenza nel caso in cui l’impensabile diventi realtà. Negli Stati Uniti le autorità di regolamentazione spingono le banche, fra le quali Citigroup, a ridurre la loro esposizione verso l’area euro. La stessa operazione, con un monitoraggio dell’esposizione delle banche, starebbero attuando in Asia le autorità di Hong Kong.
Anche Il Telegraph riferisce che il Foreign Office ha diramato un messaggio a tutte le ambasciate inglesi dell’eurozona, affinché preparino «piani d’aiuto in caso di collasso dell’euro e possibili, conseguenti sommosse popolari».
Questa settimana non sono mancati segnali negativi: il flop dell’asta dei Bund, i rendimenti dei titoli di stato italiano schizzati alle stelle, la minaccia delle agenzie di rating alla Francia di toglierle la tripla A, giovedì scorso le stesse agenzie hanno abbassato i rating di Portogallo e Ungheria a livello spazzatura e notizia di ieri il declassamento di Standard & Poor’s del rating del Belgio.
In questa direzione va anche il comportamento della Merkel di questi giorni, che ha negato più volte l’appoggio della Germania all’emissione di Eurobond.
L’attegiamento ostile della Germania può essere letto in due modi.
Se vogliamo essere ottimisti la Merkel sta usando i mercati per costringere i Paesi periferici a fare le riforme, riservandosi però di salvare l’Euro all’ultimo una volta estratto tutto l’estraibile in termini di riforme alla periferia. Tuttavia questo è un gioco assai pericoloso perchè se c’è una cosa che questa crisi ci sta insegnando è che la politica si muove molto più lentamente dei mercati.
Sembra impossibile pensare che questo la Merkel non lo sappia. Ecco quindi lo scenario 2, quello pessimistico. Berlino si è già resa conto che l’Euro non è più salvabile. Quindi, se l’Euro dovrà scomparire la Cancelliere vorrà che questo avvenga nel modo meno dannoso possibile per la Germania e per le proprie prospettive di rielezione. A questo scopo bisogna fare tutto il possibile perché agli occhi del mondo e dei tedeschi la colpa del fallimento della Moneta Unica sia degli altri. Di qui l’insistenza tambureggiante su sempre più dure misure di austerità agli altri paesi.
Spero davvero che tutto quello che ho scritto rimanga pura fantascienza.