Idee per una vacanza: 4 giorni in provincia di Siena (parte II)
Il Gorgonauta Il Gorgonauta

Idee per una vacanza: 4 giorni in provincia di Siena (parte II)

[caption id=”attachment_13104” align=”alignleft” width=”300”]In lontananza, san Galgano! In lontananza, ecco san Galgano![/caption]

Lasciateci alle spalle Certaldo e Volterra, è giunto il momento di scoprire Siena e i suoi dintorni. Qui, una metà obbligata è senz’altro quella dell’Abbazia di san Galgano e dell’eremo di Montesiepi, custode della “spada nella roccia”. La località è facilmente raggiungibile: da Siena seguite le indicazioni per Pian dei Mori, proseguite per Rosia e poi per Frosini. Le indicazioni per l’Abbazia sono presenti a ogni incrocio (si trova in ogni caso nel comune di Chiusdino).

Una volta arrivati, potete parcheggiare nell’ampio parcheggio ai piede dell’eremo. Per raggiungere l’abbazia è necessario percorrere un lungo viale alberato. La visita al complesso costa due euro. Vi consiglio di cominciare con la prima: già osservarla dall’esterno fa un certo effetto. La mancanza del tetto è senz’altro il segno distintivo dell’Abbazia (o per lo meno di quello che ne resta), mentre la sua maestosità da l’idea della grandezza raggiunta dai monaci che la costruirono.

I lavori di costruzione dell’abbazia iniziarono nel 1218 e si conclusero nel 1288. In quegli anni la grande ricchezza dell’abbazia portò i suoi monaci ad assumere una notevole importanza economica e culturale tanto da spingere la Repubblica di Siena a stringere stretti legami con il monastero. Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328, poi la peste del 1348, colpirono duramente i monaci, cui si aggiunsero, nella seconda metà del secolo, diversi saccheggi di truppe mercenarie.

La crisi continuò anche nel secolo successivo. Nel 1474 i monaci fecero edificare a Siena il cosiddetto Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Nella prima metà del Settecento il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi resistettero ancora per poco. Nel 1781 crollò quanto rimaneva delle volte e nel 1786, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile.

[caption id=”attachment_13105” align=”alignright” width=”150”]Eremo di Montesiepi, la speda nella roccia Eremo di Montesiepi, la speda nella roccia[/caption]

Oggi del vecchio monastero rimangono visitabili, oltre che l’abbazia, alcuni ambienti interni (la Sala Capitolare e lo Scriptorium), i resti del chiostro e le aree intorno al complesso abbaziale. E’ comunque l’interno dell’Abbazia che regala le emozioni più forti, quasi che i suoi pilastri si innalzino verso il cielo. L’atmosfera che si respira tra le sue lunghe navate è magica. Lasciato (a malincuore) il monastero, è ora di dirigersi verso l’eremo, costruito là dove il nobile cavaliere Galgano Guidotti si ritirò e visse da eremita fino alla morte, avvenuta nel 1181. Al suo interno vi è conservata la spada che, secondo la tradizione, Galgano avrebbe infisso nella roccia in segno di rinuncia alla vita mondana.

[caption id=”attachment_13106” align=”alignleft” width=”224”]Siena, Torre del Mangia e Palazzo pubblico Siena, Torre del Mangia e Palazzo Pubblico[/caption]

Abbandonato il complesso, è ora di recarsi a Siena. Per raggiungerla, basta ripercorrere a ritroso la strada seguita in precedenza. Diversi parcheggi (a pagamento) si trovano nella zona dello stadio e della fortezza medicea. In città sono molti i luoghi da visitare: imperdibili piazza del Campo, il Palazzo Pubblico e il Duomo.

Vi consiglio da cominciare proprio dalla prima: la piazza è il cuore pulsante di Siena, sul selciato si corre il Palio e qui si trova la fonte Gaia, la più importante fontana pubblica della città (storicamente povera di risorse idriche). Sulla piazza si affaccia il Palazzo Pubblico, edificato tra il 1297 e il 1310. Al suo interno è ospitato il Museo Civico (costo del biglietto 8 euro, 13 con la Torre del Mangia), con la famosa Maestà di Simone Martini e le celeberrime scene degli _Effetti del Buono e del Cattivo Governo _di Ambrogio Lorenzetti. Annessa al palazzo è la Torre del Mangia, con i suoi 102 metri d’altezza se si comprende anche il parafulmine. Per salire in cima si devono affrontare 400 stretti gradini (con tanto di fiatone per i meno allenati), ma giunti sulla sommità la visuale sulla città è semplicemente fantastica.

Scesi dalla torre, è ora di recarsi a visitare il Duomo, distante solo qualche centinaio di metri. Qui si può scegliere di pagare un unico biglietto di 12 euro per l’interno della Cattedrale e la libreria Piccolomini, il Museo dell’Opera e il panorama del Facciatone, la cripta e il battistero. I più interessanti sono i primi quattro, meno interessante la cripta (sulle pareti affreschi duecenteschi) e il battistero, dove è custodita una notevole fonte battesimale del 1400.

[caption id=”attachment_13049” align=”aligncenter” width=”300”]Panorama di Siena dalla cima della torre del Mangia Panorama di Siena dalla cima della torre del Mangia, sullo sfondo il Duomo[/caption]

Si conosce poco della storia del Duomo prima del 1226. Tra il 1280 e il 1284 vengono completate le navate, nel 1313 il campanile e nel 1317 la facciata. I lavori subiscono una brusca interruzione nel 1339, quando i senesi decidono di costruire una nuova cattedrale più rappresentativa. A causa della peste e di cedimenti strutturali, i lavori non vengono mai completati (da qui le colonne in piazza Iacopo della Quercia e il Facciatone, in teoria la nuova facciata del Duomo). Nel 1370 la costruzione della vecchia cattedrale viene completata.

[caption id=”attachment_13108” align=”alignright” width=”300”]L'imponente facciata del Duomo L’imponente facciata del Duomo, con il suo campanile[/caption]

Al suo interno, oltre allo splendido  Pulpito scolpito da Nicola Pisano, si trova la Libreria Piccolomini, fatta costruire nel 1492 dall’arcivescovo di Siena, cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (poi papa Pio III) per custodire il ricchissimo patrimonio librario raccolto dallo zio papa Pio II. Sulle pareti affreschi del Pinturicchio. Venendo al Museo dell’Opera del Duomo, i locali custodiscono numerose opere di pregio che prima ornavano la cattedrale: dal rosone alle sculture di Giovanni Pisano, dalla Maestà di Duccio di Buoninsegna alla sala del Tesoro, che conserva gli arredi più preziosi provenienti dalla cattedrale. Da qui si può poi salire sul Facciatone e godere di un’altra splendida visuale della città.

Tra i luoghi da visitare in città anche la basilica di san Domenico (che contiene la testa-reliquia di santa Caterina da Siena) e l’antico ospedale di Santa Maria della Scala, posto di fronte al Duomo con all’interno il Museo archeologico nazionale. Terminata la visita di Siena, la prossima e ultima parte sarà dedicata alle torri di San Gimignano e alla residenza di Ezio Auditore.