Seconda parte della nostra guida intergalattica ai rompiscatole.
Identifichiamo altre tre categorie di professionisti della rottura e vediamo i modi migliori per affrontarli. Il consiglio principale è sempre quello di considerare queste situazioni cum grano salis e ricordarsi che – almeno per ora – interagiamo sempre con esseri umani.
Il ritardatario cronico
A tutti è capitato di arrivare in ritardo, ma il ritardatario cronico ha elevato la pratica a livelli olimpionici. E’ più forte di lui, procrastina geneticamente, mancando scadenze, riunioni e appuntamenti. Chiarito che essere in ritardo è il modo migliore per dimostrare il menefreghismo più totale nei confronti di chi aspetta, consideriamo un modo rude ma efficace per affrontare il ritardatario cronico:
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Stabilito un appuntamento, siate puntuali. Evitate di ricevere messaggi o telefonate di sorta. Spegnete il cellulare o mettetelo in modalità aereo, se non è la prima volta che avete a che fare con il ritardatario sapete che è la sua arma preferita per guadagnare tempo e costringervi ad aspettare;
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Aspettate 20 minuti di orologio;
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Se il ritardatario cronico non è ancora arrivato, andatevene e riaccendente/riconnettete il cellulare.
Se non ha già cercato di farlo, il ritardatario vi contatterà, in questo caso chiedendo spiegazioni del perché non siate all’appuntamento. Spiegate gentilmente che avete aspettato 20 minuti e non vedendo nessuno, ve ne siete andati. Avete modi migliori di investire il vostro tempo.
Il fracassone
Oggi, come non mai, la quiete è un lusso che pochi possono permettersi. Se poi al già gremito panorama sonoro di sirene, traffico ed allarmi si aggiunge un vicino/coinquilino fracassone, l’esaurimento nervoso è servito.
Un po’ come lo_ sfaticato disordinato, anche il fracassone non lo fa – si spera – apposta. Semplicemente non si rendere conto, o non tiene abbastanza in considerazione, il disturbo che arreca. Notificarglielo è l’unico modo _civile di risolvere la situazione.
Il metodo della scopa – Se vi svegliate nel cuore della notte per musica/audio a palla o perché il vostro vicino ci sta dando-dentro-di-brutto con la sua nuova fiamma, ricordargli che il suono ha l’incredibile proprietà fisica di passare attraverso i muri, può essere una soluzione. Voi vi risparmierete uno spostamento in piena notte ed un’imbarazzate conversazione, lui si renderà conto del disturbo che arreca. Senza esagerare, un paio di bussate decise al muro da cui proviene il suono potrebbero bastare. In alternativa potreste sempre ricorrere alla proverbiale scopa.
Stabilite un orario – Suonando pianoforte (prima) e batteria (dopo), anche al sottoscritto è capitato di fare la parte del “fracassone”. Nel mio caso abitavo in un condominio e, pur rispettando le “fasce protette”, ho ricevuto più di una lamentela dagli altri condomini. La soluzione, anche in questo caso, è parlarne. Sbraitare per far valere le proprie ragioni non aiuta. Al contrario un discorso del tipo “capisco che tu abbia i tuoi hobby/interessi/esigenze, possiamo trovare un orario che vada bene per entrambi” può risolvere la maggior parte dei problemi.
La legge è dalla vostra – Solitamente nel contratto d’affitto o nell’accordo condominiale esiste una clausola riguardante la quiete. Nel caso più estremo in cui il fracassone non ne voglia sapere di trovare accordi ed abbassare i toni, la soluzione migliore è contattare il proprietario dell’appartamento o l’amministratore di condominio e lasciare che sia quest’ultimo a redarguire il chiassoso recidivo secondo norma.
L’ossessivo
Esistono persone (genitori, fidanzati, amici, etc.) con cui state bene, ma la cui presenza finisce per consumare tutte le vostre energie. Nel migliore dei casi vi causeranno stress, nel peggiore vi faranno letteralmente uscì paz. Migliorare un rapporto con un ossessivo è spesso difficile se non impossibile, poiché richiederebbe cambiare completamente il carattere dell’altra persona. Al contrario potete arginarne gli effetti disfunzionali:
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Definite dei confini – tanto l’ossessivo li supererà comunque. Se fin’ora avete lasciato correre, dando il proverbiale dito e permettendogli di prendersi mano, avambraccio e braccio, è arrivato il momento di porvi un limite. Stabilite un confine e quando verrà sorpassato ripetete una martellante cantilena all’ossessivo. Esempio: “non chiamarmi durante il lavoro.”, se (quando) l’ossessivo lo farà, ricordategli di aver superato il limite da voi imposto e che la prossima volta non lascerete correre.
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Rivalutatevi – secondo gli ossessivi il mondo gira intorno ad essi. Il loro tempo è fondamentale, il vostro inutile, perciò utilizzabile a loro discrezione. L’unica soluzione è limitare l’interazione rispettando i vostri impegni. Se l’ossessivo vi chiama 10 volte al giorno, tenendovi al telefono per ore, smettete di rispondere. Lui si arrabbierà, ma ricordatevi che ha bisogno di voi. Questo incrinerà il loro dogma ossessivo-centrico dell’universo e farà apprezzare il valore del vostro tempo.
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Prendetevi una vacanza – dall’ossessivo. Se la convivenza coll’ossessivo è coatta, dovete evadere dallo stress che vi procura. Alcuni modi sono uscire con compagnie differenti, praticare uno sport (meglio se di squadra) ed in generale trovare un’attività che vi rilassi e vi permetta di conoscere nuove persone.
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Fate gioco di squadra – mal comune, mezzo gaudio. Se avete la fortuna di condividere l’ossessionante fardello con altri, coalizzatevi con loro. Stabilite dei turni. Scoglionate Scaglionate lo stress e fate gioco di squadra.
Se anche applicando le sopracitate tecniche non riuscite a far valere le vostre ragioni, l’unica soluzione è amputare. Dividete la vostra strada da quella del ossessivo. Ne risentirete sicuramente, ma allontanarvene gioverà alla vostra salute fisica e mentale.
La nostra guida continua con la terza parte.