Torniamo a parlare di Bitcoin, fenomeno monetario assurto agli onori della cronaca per l’incredibile crescita del proprio cambio col dollaro, passato dagli “appena” 200$ degli inizi di ottobre 2013 arrivando agli attuali 1000$ toccati nella giornata del 27 novembre 2013 (sul sito di scambio Mt.Gox).
Bitcoin, le origini
Ora, bazzicando tra il silicio da un po’ di tempo, non nascondo che al sottoscritto garbi parecchio l’idea di Bitcoin. Una moneta virtuale creata e usata dagli utenti. Niente banche centrali, inflazioni pilotate, commissioni bancarie, signoraggi e corbellerie economiche correlate. Per non parlare della origin story à la Dan Brown con un misconosciuto Satoshi Nakamoto – probabilmente eteronimo della joint force di “illuminati” dietro al progetto – che posta un articolo su The Cryptographic Mailing List spiegando le – solide – basi matematiche, economiche ed informatiche per la creazione di una moneta peer-to-peer.
Per spiegare Bitcoin bisogna fare una premessa di fondo che è capire che una moneta assume il valore che la comunità di utilizzatori le attribuisce. Se la comunità viene guidata da una banca centrale o da un governo nazionale sarà quest’ultima a decidere per gli altri. Al contrario, e come spiega la scuola austriaca, senza un regolatore centrale, saranno le persone – il libero mercato – a determinarne il valore.
Ottimo, passiamo a questo libero mercato della moneta.
Andiam, andiam, andiamo a minar
Come spiega l’evangelistico video di weusecoins il software gratuito ed open-source di Bitcoin utilizza l’hardware del computer per calcolare (mining) un numero casuale il cui hash SHA-256 sia inferiore di una certa soglia. Ad intervalli di 10 minuti la rete Bitcoin controlla chi ha trovato uno dei numeri “fortunati”, dividendo tra essi un numero di Bitcoin che, partito da 50, viene dimezzato ogni 4 anni fino ad arrivare a 0. Inoltre il sistema alza automaticamente la soglia del numero casuale, così che trovare un nuovo numero si traduce in una richiesta esponenziale di potenza computazionale. Ergo, il numero totale di Bitcoin tende asintoticamente a 21 milioni.
L’escalation al mining estremo ha visto in pochi anni il passaggio dai “normali” computer ad applicazioni che sfruttano la potenza delle schede grafiche (rig di schede grafiche), fino ad arrivare a sistemi dedicati a basso consumo come FPGA e ASIC. Il mining è diventato talmente competitivo da dar vita a varie mining pool in cui i partecipanti contribuiscono col proprio hardware e dividono i proventi del mining. L’unione fa la forza!
Bitcoin, una nuova bolla?
Di bolle finanziarie ne abbiamo viste tante in questi anni. E probabilmente l’attuale speculazione sul Bitcoin non sarà da meno, toccando il proprio picco e subendo l’inevitabile crollo. In particolare l’attuale momento di notorietà della moneta sta portando – e porterà – frotte di utenti a questo nuovo El Dorado che, in più di un’occasione, si è dimostrato popolato da pirati e speculatori.
Il futuro? Incerto, anche se, nella base teorica, Bitcoin è destinato a diventare La moneta alternativa, in particolare in tempi di crisi dovuti all’incertezza delle valute ufficiali. Sarà per questo che altre monete peer-to-peer come Litecoin ma anche corporative come Amazon Coin stanno invadendo il mercato?
“Chissà”, pensò, gustando il tepore di una tazza di Chai al lento incedere di 120 Mhash/s.