Era il 1998, la fine della golden age delle avventure grafiche. Tim Schafer, allora al soldo di LucasArts, se ne usciva con un’avventura grafica che abbandonava il dogma del punta-e-clicca per imbarcarsi in un videogame fatto di morti viventi, movimenti a carro-armato, folklore messicano e noir anni ‘30.
Signore e signori, l’immenso, l’unico, l’inimitabile Grim Fandango.
C’è del marcio nella Terra dei Morti
È il Giorno dei Morti e il giocatore impersona Manuel – Manny – Calavera, agente del Department of Death. Manny è bloccato nell’Ottavo Mondo – la Terra dei Morti – a causa di un conto in sospeso da pareggiare. Per espiare le proprie colpe, impersona il Tristo Mietitore, l’allampanata figura incappucciata che con la sua falce – portatile! – lacera il sottile bozzolo di carne che intrappola le anime dei defunti. Liberate, le anime, sotto forma di scheletri, vengono trasportate nella Terra dei Morti, il luogo in cui dovranno passare 4 anni viaggiando verso il Nono Mondo, l’ultimo aldilà. Falce a parte, Manny si rivela essere poco più di un agente di viaggi incallito.
Una volta trasportate le anime nell’Ottavo Mondo, Calavera ha il compito di trovare loro il miglior “pacchetto viaggio” per condurle a destinazione. Tra questi, i più pii possono aspirare ad un biglietto per il Numero Nove, il treno che li porterà in 4 minuti alla loro destinazione eterna. Maggiore il numero di biglietti Doppia N venduti e prima Manny potrà lasciarsi alle spalle il Mondo dei Morti.
Dopo aver fallito nel assegnare il meritato biglietto Doppia N a Mache, la sua ultima cliente, Manny scopre la corruzione dietro al DOD. Toccherà a lui rimestare nel torbido per smascherare il losco piano del DOD, in un personale viaggio dell’anima di quattro anni che lo porterà in giro per la Terra dei Morti.
To Bad to Fail
Alla sopraccitata trama, Grim aggiunge dei dialoghi brillanti e perfettamente inseriti nel contesto mexican-noir della pellicola del gioco, dei personaggi che bucano lo schermo e un universo complesso, ricchissimo e dotato di uno stile artistico unico. In più, una delle più belle colonne sonore mai realizzate che spazia senza soluzione di continuità dal big band allo swing al bebop – ancora oggi mi capita di ascoltarla come sottofondo. Un’avventura che sa di essere un gioco ma che non perde un’occasione per sembrare un film.
Direte “ma se è così fenomenale, perché solo una nicchia di giocatori ha sentito parlare di Grim”? Perché al lancio fu un mezzo fiasco. Il sistema di movimento “a carro-armato” (tasti direzionali + tasti azione) fece aggrottare le sopracciglia di una generazione di videogiocatori abituati a risolvere vagonate di enigmi punta-cliccando col fidato mouse. Discorso analogo per l’assurdo sistema di inventario a singolo oggetto. Il GrimE, il motore grafico 3D che soppiantò l’ormai datato SCUMM, è ancora oggi ricordato con odio per l’assurda gestione dei movimenti e i problemi di compatibilità con i sistemi NT.
Malgrado questi difetti, il titolo riuscì a diventare, a modo suo, un classico. L’ultimo grande classico di una stirpe nata più di 20 anni prima, al suo inesorabile declino.
Remastered
Col passare degli anni (e dei sistemi operativi), Grim Fandango ha acquisto un’affezionata community ma anche problemi di compatibilità e relative patch “fatte in casa” dai fan per farlo funzionare sotto le ultime incarnazioni del sistema a Finestre di Gates.
Poi a inizio 2015 – il 27 Gennaio, una data importante per il sottoscritto, oltre che Schafer – arriva la notizia: la Double Fine – dello stesso Schafer – rilascia una versione rimasterizzata di Grim Fandango supportando PC, Mac, Linux, Playstation 4 e Vita.
Niente paura, il termine “remastered” è appropriato, Schafer si è ben guardato dallo stravolgere il proprio capolavoro. La nuova versione include nuove textures ad alta risoluzione, nuovo sistema di luci, risoluzione aumentata e musiche ri-registrare dal compositore originale, Peter McConnell, con la Melbourne Symphony Orchestra. In più, a fianco del classico sistema “a carro-armato” l’aggiunta di un sistema punta-e-clicca per i deboli di cuore, visibile se si muove il mouse. Bon, niente più. Anzi, no, ci sono anche 2 ore di audio registrate da Schafer e collaboratori. La traccia può essere abilitata durante il gioco e, come per i DVD/BlueRay, contiene aneddoti e commenti sulla versione originale e rimasterizzata del gioco.
Remastered o originale, per molti – tra cui il sottoscritto – Grim Fandango rimane e sempre rimarrà Il Gioco. Un misto tra avventura e film che non rientra in una categoria ben definita e che non si può fare a meno di rigiocare a distanza di anni, così come non si direbbe mai di no a Star Wars (quello vero), Indiana Jones o Ritorno al Futuro. Con quel senso di nostalgia per qualcosa che sai non ci sarà più, ma che sarà sempre lì ad aspettarti se vorrai tornare a fargli visita.
[caption id=”attachment_15460” align=”aligncenter” width=”500”] Sempre voluto andare alla parata del Dia de Los Muertos a El Midollo, mannaggia a quell’insopportabile clown![/caption]