The Founder
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The Founder

McDonald’s is America.

The Founder

Confrontare McDonald’s, Ray Kroc e il recente film “The Founder” a Facebook, Mark Zuckerberg e “The Social Network” del 2010 è naturale. Entrambi i film trovano il proprio fulcro non tanto nell’impresa (panini o like che si voglia) quanto nella storia romanzata dei rispettivi fondatori, pirati senza lettera di corsa col fiuto per gli affari e gli scrupoli di un impenitente ergastolano.

In “The Founder”, Michael Keaton interpreta il futuro magnate di BigM al secolo Raymond Kroc, venditore porta-a-porta di frullatori. La data è il 1955 e Kroc, passati bellamente i 50 e con alle spalle un gruzzoletto per vivere una vita agiata, non riesce a dar pace al proprio istinto imprenditoriale. In una spasmodica ricerca del business perfetto. Quasi per caso, Kroc incontra il proprio destino grazie ad una provvidenziale telefonata: dall’ufficio lo informano di un super-ordine di frullatori da parte di un misconosciuto chiosco californiano chiamato McDonald’s. Arrivato al fast-food, Kroc rimane stupefatto dalla velocità con cui il locale serve gli ordini. Merito della metodo espresso dei fratelli Dick e Mac McDonald. La restante ora e un quarto del film (su una durata di quasi 2 ore) racconta le idee, le rivelazioni e i colpi bassi che hanno portato da Kroc venditore-di-frullatori a Kroc “fondatore” del più grande e lucroso impero di panini del mondo.

Sullo sfondo e nascosto in bella mostra, il modo in cui una azienda (in realtà un settore, quello del fast-food) ha radicalmente cambiato il modo di pensare al cibo e alla sua qualità rispetto all’ottenere pasti veloci ed economici per tutta la famiglia; una contrapposizione rimarcata nel film con l’arrivismo senza remore di Kroc opposto all’incessante preoccupazione per qualità e autenticità dei fratelli McDonald.

Inaspettatamente — ma neanche troppo, pensando al buon risultato di The Social Network citato all’inizio — il film sulla nascita della catena di junk-food del pagliaccio (in realtà Ronald McDonald arriverà molto dopo) è divertente, caustico e, sebbene in maniera latente, regala molti spunti su cui pensare al nostro presente.